La vedi da lontano, che giganteggia dietro le ciminiere di una centrale elettrica a Port Everglades, una quarantina di chilometri a nord di Miami. La vedi e pensi: eccola là, la solita "americanata", l´ennesimo omaggio sfacciato alla cultura del lusso e del consumismo. La sensazione immediata è questa. Se non altro per le dimensioni, davvero impressionanti, di questa Oasis of the Seas, la nave più grande del mondo, "diamante" della Royal Caribbean International - la seconda compagnia di navigazione al mondo dopo la Carnival - con i suoi numeri esagerati: 225mila tonnellate, 360 metri di lunghezza, 65 di larghezza e altrettanti di altezza per via dei 16 piani di cabine sul livello del mare e i 9 metri di pescaggio che non le permetteranno di frequentare proprio tutti i porti del mondo. La Oasis, costata un miliardo e 400 milioni di dollari, si presenta così: come un inno alla creatività umana, ma anche una sfida alle leggi della fisica, se non fosse per le certezze tramandateci da Archimede. Detto questo, succede però qualcosa appena si viene accolti nella sua hall. Un´accoglienza che somiglia a un abbraccio caloroso dello staff, oltre duemila persone che ti ricevono come vecchi amici. Ma non è tanto questo a "sciogliere" le diffidenze un po´ snob dell´ospite europeo di fronte alle esagerazioni made in Usa, quanto il fatto che quasi subito ci si rende conto di trovarsi in una nave davvero innovativa.
A colpire è l´idea di dividere gli enormi spazi comuni in sette quartieri, ognuno con caratteristiche diverse. Sette quartieri che galleggiano e scivolano sull´acqua a 22 nodi - 50 chilometri all´ora -, una città di ottomila abitanti in movimento (ai bambini ospiti verrà offerto un gps da polso affinché non si perdano) pilotata da William Wright, 46 anni, padre americano, madre finlandese, un´incredibile somiglianza con Bill Clinton. Per costruirla ci sono volute 10 milioni di ore di lavoro, sono stati coinvolti i migliori professionisti e la tecnologia più all´avanguardia, in uno straordinario lavoro di squadra durato sei anni, per garantire ai croceristi la sensazione di trovarsi continuamente in luoghi diversi e di avere la libertà di scegliere fra 24 ristoranti sempre aperti, negozi, piscine, teatri, spazi per lo sport.
Per tutto questo sono stati chiamati studi di architettura specializzati in ristoranti e locali notturni, teatri, hotel, paesaggistica, illuminazione, grafica, arte e perfino realizzazione di luna park. Sì, perché oltre alle pareti da scalare per i cultori del free-climbing, le aree-giochi dei bambini grandi come parchi, le piscine, gli idromassaggi e la vasca per il surf, c´è anche un luna park con una giostra di cavalli di legno intarsiato fatti a mano. La parola d´ordine di Harri Kulovaara, il finlandese capo degli architetti, è stata: legare con armonia ogni elemento di questa gigantesca macchina per il relax, il divertimento e la cultura. Proprio così: c´è spazio anche per quella, in una biblioteca assai fornita, tra severe poltrone in pelle
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